martedì 24 ottobre 2017

Contesti educativi

L'ingresso a scuola determina un mutamento nelle relazioni familiari e il bambino vivrà la famiglia sotto l'influenza dei nuovi rapporti con coetanei e adulti e i genitori dovranno riorganizzare le dinamiche della vita familiare. Il bambino avrà un bisogno di maggiore autonomia rispetto al controllo dei genitori, perché il gruppo classe diventa la nuova famiglia. In caso contrario il bambino si troverebbe a essere soggetto a un ipercontrollo, causa di comportamenti trasgressivi. L'insegnante deve mirare all'inclusione scolastica.

Ruoli e funzioni nel dialogo educativo

All'interno della classe, docente e allievi rivestono status e ruoli differenti. Con "status" si intende la posizione occupata; con "ruolo" il comportamento che deriva dal tale posizione. Lo status comporta una collocazione gerarchica: in base a questa, il docente detiene un "potere" e una responsabilità. La pedagogia contemporanea però assegna piuttosto al docente una funzione di direzione e guida.


L'INSEGNANTE E IL GRUPPO CLASSE
L'immagine che l'allievo ha elaborato dell'insegnante incide sul suo comportamento. Un ragazzo può modificare i suoi comportamenti a causa del giudizio del gruppo classe. Lo psicologo Marcel Postic rileva che il gruppo è caratterizzato da:
  • un gruppo di bambini o adolescenti;
  • un solo adulto;
  • rapporti costanti;
  • presenza obbligatoria e finalizzata a uno scopo;
  • ambiente funzionale e attrezzato. 
I rapporti all'interno del gruppo classe sono influenzati da fattori esterni: provenienza, estrazione sociale, disponibilità economica, creando così dei sottogruppi.
Il sociologo Talcott Parsons afferma che esistono due tipi di gruppo classe:
  • il gruppo che accetta le regole e risponde alle richieste di insegnanti e genitori (compiti);
  • il gruppo che impone tramite il codice comportamentale del gruppo di trasgredire le regole scolastiche.
Lo psicologo Kurt Lewin afferma che ci sono tre tipologie di stili relazionali:
  • guida dominante, che decide tutto l'insegnante e lascia poco spazio al bambino;
  • guida antiautoritaria, che punta sull'autonomia del bambino;
  • guida autorevole, che prende le decisione insieme agli allievi. 

La comunicazione nell'attività educativa

La comunicazione educativa è una trasmissione di informazioni tra un mittente (insegnante) e un ricevente (allievo) e il messaggio deve essere trasmesso in modo efficace tenendo conto che la comunicazione segue una dinamica circolare nella quale mittente e ricevente si scambiano i ruoli. Un dialogo è basato sula partecipazione attiva di entrambi gli interlocutori e per evitare che la comunicazione sia disturbata è opportuna la metacomunicazione esplicita : il ricevente dichiara di aver ricevuto e compreso il messaggio permettendone una riformulazione. L'insegnante sollecita la metacomunicazione usando la funzione metalinguistica: verificare che il codice adottato sia chiaro. 

lunedì 2 ottobre 2017

La teoria sistemica

La psicologia sistemica analizza la relazione educativa partendo da due presupposti: tutto è comunicazione e il mondo psichico è un sistema, ossia il mutamento di una parte influenza tutte le altre. Secondo Paul Watzlawick, uno dei più noti esponenti, nell'approccio sistemico l'accento è posto sulle abilità relazionali dell'educatore, il quale deve tener conto del contesto e creare un equilibrio tra i singoli e la totalità: deve perciò tenere sotto controllo l'ansia che si diffonde in occasione dei cambiamenti e individuare le persone-chiave con il cui contributo gestire la situazione. In quest'ottica la comunicazione è alla base della relazione educativa. 

domenica 1 ottobre 2017

La teoria umanista

La psicologia umanistica prende in esame il comportamento del docente e i suoi effetti sull'alunno. Carl Rogers, esponente di questa corrente della psicologia, ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente. Una pratica didattica ispirata alla teoria umanista richiede tre atteggiamenti-chiave:

  • Autenticità o congruenza;
  • Considerazione positiva incondizionata;
  • Comprensione empatica 
L'educatore deve porsi da punto di vista dell'allievo (empatia), senza imporre cambiamenti di comportamento (considerazione positiva incondizionata) per indurre l'allievo a conoscere se stesso e a stabilire una continuità (congruenza) tra l'immagine di sé e le proprie esperienze, divenendo più autentico e genuino. 
Questa impostazione risponde all'esigenza di preparare l'alunno a una società che cambia rapidamente e per questo la scuola deve "creare individui aperti alle novità e alle trasformazioni". L'educatore deve insegnare a imparare e l'allievo deve poi autovalutare l'apprendimento avvenuto e provare soddisfazioni per i risultati ottenuti. 

La teoria psicoanalitica

La psicoanalisi si interessa del vissuto interiore dell'allievo. Secondo questa teoria, la classe è un campo di incontro/scontro di forze inconsce: quelle degli allievi ma anche del docente. L'allievo opera un transfert nei confronti del docente, trasferendo su di lui le pulsioni originariamente orientate verso i genitori (odio e amore); il docente, nel confronto con gli allievi è spinto ad analizzare la propria infanzia, il che gli può permettere da un lato di comprendere meglio il vissuto degli allievi e dall'altro di raggiungere o consolidare una maturità emotiva, che è alla base del valore educativo della propria azione.

Le principali teorie educative

L'influenza degli altri 
La relazione educativa → rapporto tra docenti e allievi che influenza il rapporto tra gli studenti all'interno del gruppo-classe.
Non è una semplice interazione sociale occasionale, ma nasce da un'interazione sociale stabile e i protagonisti si incontrano frequentemente, condividono spazio, svolgono attività. La relazione educativa esercita un'influenza sociale → siamo investiti da aspettative, attese che condizionano il nostro comportamento. La società impone modelli di comportamento ai quali gli individui devono conformarsi. Alcuni sociologi affermano che la scuola è il fondamentale anello di congiunzione tra società e individuo. Per le scienze umane le relazioni sociali sono richieste per la costituzione dell'individuo, perché si acquisiscono le proprie specificità all'interno di relazioni. Una relazione sociale si basa sulla comunicazione verbale e non verbale, può svilupparsi in forme conflittuali o collaborative, è costituita da componenti esplicite e componenti inconsapevoli.

La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia

Nel brano, Cristo paragona l'uomo che ascolta la parola di Dio a colui che costruisce la casa sulla roccia (resiste alle avversità ...