Dopo l'Editto di Costantino e il successivo Editto di Tessalonica, la Chiesa assume un ruolo fondamentale nella cultura del tempo.
E' la Chiesa che garantisce l'istruzione a partire dal V-VI secolo. Nato in Oriente, il monachesimo inizialmente si esprime come il desiderio di imitare Cristo.
Da fenomeno isolato, il movimento si organizza prima in comunità aperte e in seguito in comunità con regole di vita.
Nel VI secolo il movimento si diffonde anche in occidente per l'opera di Benedetto da Norcia, il quale fonda un monastero a Subiaco e il monastero di Montecassino. Secondo la sua idea il monaco deve dedicare la vita ai lavori manuali ai quali alternano la preghiera e il lavoro intellettuale. In tal modo i monaci benedettini contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio culturale dell'occidente. Nella Regula Magistri egli chiarisce i principi pedagogici fondamentali per l'educazione nelle scuole monastiche.
Un altro rappresentante del monachesimo fu Cassiodoro che fondò il monastero del Vivarium in Sicilia, dedito in particolare modo allo studio e alla trascrizione di codici di insegnamento.
Nelle istruzioni delle lettere sacre e profonde, egli divide le sette arti liberali in trivio (ossia la grammatica, la retorica e la dialettica) e drivio(aritmetica, geometria, musica e astronomia).


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